


Tra il 1961 e il 1966, il regista genovese Pietro Germi sorprende il mondo del cinema italiano con tre film completamente diversi rispetto ai suoi precedenti lavori. Con Divorzio all’italiana (1961), Sedotta e abbandonata (1964) e Signore & signori (1966) Germi passa dal dramma alla commedia e si focalizza sulla provincia italiana, quella siciliana nei primi due, quella veneta nel terzo film. Da Sud a Nord, però, il Bel Paese che Germi dipinge non è poi molto diverso. Storie di corna, bugie, meschinità, vigliaccherie, raggiri, lettere anonime, delitti d’onore, il tutto condito da grandi dosi di ironia e di umorismo nero. La commedia satirica e grottesca di Germi diverte da morire, perché pungente e feroce, perché non risparmia niente e nessuno, nemmeno la Legge e le sue incredibili assurdità.
La trilogia sui costumi italiani, tappa fondamentale per chi vuole conoscere a fondo l’epoca d’oro del nostro cinema, permette di assaporare tutta la genialità di Germi e di sceneggiatori come Ennio De Concini, Alfredo Giannetti, Age & Scarpelli, Luciano Vincenzoni. Ed è un’occasione in più per apprezzare il talento di attori irripetibili, da Marcello Mastroianni a Stefania Sandrelli, da Leopoldo Trieste a Saro Urzì, da Gastone Moschin a Virna Lisi.
Una volta visti, questi capolavori vorrete rivederli sempre, perché in essi c’è qualcosa di molto familiare. La descrizione di quel mondo che potrebbe apparirci così lontano, sotto sotto è ancora maledettamente attuale: la nostra provincia il perbenismo e l’ipocrisia ce l’ha cuciti addosso.


