


All’inizio degli anni Ottanta, mentre nel mondo ricominciava a serpeggiare la paura di una guerra nucleare tra USA e URSS, e la parola computer iniziava a rappresentare qualcosa di familiare nell’immaginario collettivo, approdò sugli schermi un film destinato a diventare subito un cult perché miscelava con intelligenza queste suggestioni.
Wargames – Giochi di guerra (1983) di John Badham, storia di un giovanissimo hacker che rischia di scatenare la Terza Guerra Mondiale, ancora oggi diverte, crea suspense, genera mistero (grazie in particolare al malinconico ed enigmatico personaggio del professor Folken), fino a giungere alla riflessione finale pacifista così bella nella sua semplicità.
Credo non esista un bambino o un adolescente degli anni Ottanta che non abbia visto questo film, che ha il suo punto di forza nella simpatica faccia da schiaffi di Matthew Broderick, il quale riuscì a rendere tanto bene l’ingegnosità dell’abile protagonista da portare lo spettatore a una naturale immedesimazione.
Se Wargames sopravvive bene al trascorrere del tempo il merito è di John Badham, regista che fa parte di quella schiera di autori il cui nome finisce ingiustamente nell’oblio. Dalla sua sapienza e dal suo eclettismo vennero fuori, tra gli altri, titoli di culto come La febbre del sabato sera (1978) e Corto circuito (1986).


