


Giulia De Martino (Matilda De Angelis) è una diciassettenne pilota che partecipa al Campionato GT, guidata dal padre Mario. Quando il genitore – che ha puntato la casa sulla vittoria della ragazza nel campionato – muore improvvisamente, Giulia si ritrova da sola con il fratellino (la madre li ha abbandonati da tempo) e senza guida. Ai funerali, però, si rifà vivo dopo anni il fratello maggiore Loris (Stefano Accorsi), ex campione di rally, ora tossicodipendente. Dopo aver superato le incomprensioni, sarà proprio Loris a guidare sua sorella in una rimonta disperata verso il titolo.
A voler descrivere Veloce come il vento in poche battute, si potrebbe dire che è un film che profuma d’asfalto, adrenalina e di quelle seconde opportunità che la vita ti offre, ma non sono mai così facili da agguantare. Matteo Rovere, regista classe 1981 al suo terzo lungometraggio, ha avuto l’ardore di fare un film sulle corse d’auto all’italiana, riuscendo a fare centro. Lo spunto glielo ha fornito il meccanico Antonio Dentini (al quale è dedicato il film), che gli raccontava imprese e cadute del pilota maudit Carlo Capone, campione di rally degli anni Ottanta.
Sceneggiato dallo stesso Rovere con Filippo Gravino e Francesca Manieri, con quella Romagna patria della velocità a fare da sfondo, Veloce come il vento poggia su una trama che non brilla certo per originalità (classica storia di sport e riscatto), ma sa regalare comunque emozioni grazie alle ottime sequenze di corsa (dentro e fuori dagli autodromi) e a una vicenda familiare tutt’altro che banale.
Altro merito del regista è stato quello di aver tirato fuori il meglio dai suoi attori, dall’esordiente Matilda De Angelis alla spalla di lusso Paolo Graziosi, fino a Stefano Accorsi in versione tossico pelle e ossa, capace di donare intensità e ironia al suo personaggio senza mai strafare.
Veloce come il vento, insomma, non è solo rombi di motori, ma anche passione e sentimenti.
Voto: 3/5
Veloce come il vento, Italia, 2016. Regia: Matteo Rovere. Interpreti: Stefano Accorsi, Matilda De Angelis, Roberta Mattei, Paolo Graziosi. Durata: 1h e 59’.


