


Il nome da dea lo deve a suo padre Robert, uno dei massimi esperti mondiali di buddhismo, che prese ispirazione da quello di una divinità indù. La bellezza nordica e l’innata eleganza, invece, provengono da madre tedesca e nonna svedese, entrambe baronesse. Eppure Uma Thurman, icona di classe, è entrata nella storia del cinema grazie a due ragazzacce terribili nate dalla mente di Quentin Tarantino.
La femme fatale Mia Wallace di Pulp Fiction, quella del twist scatenato e dell’overdose d’eroina, e Beatrix Kiddo di Kill Bill, guerriera in tuta gialla assetata di vendetta, sono la prova tangibile della bravura e della capacità di aderenza ai personaggi dell’attrice statunitense, che in occasione del suo cinquantesimo compleanno può guardare indietro con piena soddisfazione.
In suo favore parla un percorso lungo e costante iniziato nel lontano 1987, quando a soli diciassette anni debuttava da protagonista nel thriller Laura. Uma si è poi cimentata praticamente in ogni genere, guadagnandosi spesso la chiamata di grandi autori internazionali. Tra questi, oltre al già citato Tarantino, Terry Gilliam (Le avventure del barone di Munchausen), Stephen Frears (Le relazioni pericolose), Gus Van Sant (Cowgirl – Il nuovo sesso), Woody Allen (Accordi e disaccordi), Lars Von Trier (Nymphomaniac; La casa di Jack). Con il suo fascino ha illuminato commedie come Lo sbirro, il boss e la bionda, al fianco di Robert De Niro e Bill Murray, e Prime, dove ha recitato con Meryl Streep, brillando invece di scomparire al cospetto degli illustri colleghi.
E se sul grande schermo ha dimostrato di saperci fare con katana, coltelli e qualsiasi altra arma a disposizione, nella vita ha dato prova di essere una vera combattente denunciando le molestie subite dal produttore Harvey Weinstein e diventando un simbolo del movimento #MeToo.
L’anno scorso Uma – che vanta una nomination all’Oscar per Pulp Fiction – ha ricevuto un David di Donatello speciale alla carriera. Nel frattempo, Tarantino ha alimentato le voci sulla realizzazione di Kill Bill Vol. 3, rivelando di aver incontrato la sua musa per gettare le basi del progetto. Il ritorno della mitica “Sposa” non sembra più soltanto un sogno.


