


In un ristorante all’angolo di una zona molto trafficata di una città, c’è un uomo misterioso che trascorre le sue giornate seduto sempre allo stesso tavolo. Nessuno sa niente di lui, se non che è capace di esaudire qualsiasi desiderio, anche quello apparentemente più irrealizzabile. Ogni persona che chiede aiuto, però, in cambio deve portare a termine un compito, che nella maggior parte dei casi prevede di lasciarsi andare ad azioni scomode o eticamente spregevoli.
Dopo il trionfo di Perfetti sconosciuti, ogni spettatore italiano si è chiesto se Paolo Genovese avrebbe saputo conquistarci di nuovo, magari prendendoci un’altra volta in contropiede. E lui ha risposto con una mossa audace, cioè portando sul grande schermo l’idea accattivante alla base della serie tv americana The Booth at the End (2010), e chiudendoci anche stavolta dentro quattro mura con un gruppo di volti celebri del nostro cinema.
Pronti, via, ed eccoci subito al tavolo dell’innominato e imperscrutabile protagonista, dove giungono in processione uomini e donne pronti a mettere a nudo, come in una seduta analitica, le proprie ansie, paure, cattiverie, fragilità, esigenze e necessità. Tutto molto intrigante almeno fino a metà film, quando cominciano ad emergere le crepe di un racconto metaforico che cerca di riflettere sui desideri che alimentano l’animo umano, sul libero arbitrio e su quell’eterna lotta tra il bene e il male che ci portiamo dentro dalla notte dei tempi.
Il difetto principale del film è nel manico, cioè nella sceneggiatura scritta da Genovese con Isabella Aguilar, che si rivela ben presto troppo didascalica e prevedibile, tanto che provare un minimo di empatia nei confronti dei personaggi appare minuto dopo minuto sempre più difficile. The Place diventa un susseguirsi di duetti tra il “dio” Mastandrea e i suoi “clienti” caratterizzati da dialoghi poco naturali (a volte conditi di frasi eclatanti), spesso inutilmente sottolineati da una colonna sonora piatta ed invadente.
Così, man mano che ogni vicenda personale si dipana, il film si avvia stancamente alla parte conclusiva, dove un insipido colpo di scena finale lascia la netta sensazione che The Place non sia altro che un interessante tentativo andato completamente fuori bersaglio.
Voto: 2/5
The Place, Italia, 2017. Regia: Paolo Genovese. Interpreti: Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Alba Rohrwacher, Vittoria Puccini, Rocco Papaleo, Silvio Muccino, Silvia D’Amico, Vinicio Marchioni, Alessandro Borghi, Sabrina Ferilli, Giulia Lazzarini. Durata: 1h e 45’.


