THE FABELMANS. RECENSIONE

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All’inizio degli anni ’50, il piccolo Sammy Fabelman assiste per la prima volta alla proiezione di un film e rimane sedotto dalla forza delle immagini che scorrono sul grande schermo. Da quel momento in poi la settima arte diventerà parte della sua vita, trasformandosi in ancora di salvezza quando l’emergere di un doloroso segreto di famiglia gli sconvolgerà l’esistenza.

Dopo una carriera lunghissima, densa di soddisfazioni e costellata di pellicole epocali, Steven Spielberg volge la macchina da presa verso la sua infanzia-adolescenza e torna alle origini della sua vocazione cinematografica, realizzando così quell’amarcord cullato da sempre e ideato nel corso di molti anni insieme al suo fedele sceneggiatore Tony Kushner. L’appassionato ed appassionante The Fabelmans, però, è un film che va oltre il racconto autobiografico o il coming of age. È un’opera intima e personale che sfocia in qualcosa di più ampio e universale, una riflessione potente sulle molte sfaccettature del cinema e sull’influenza che il “più grande spettacolo del mondo” può avere sulle nostre vite.
A 76 anni lo sguardo di Spielberg è ancora quello stupito e incantato dell’alter ego seienne Sammy nella sua serata di iniziazione. Ed ecco che il mezzo cinematografico, tra le mani del regista americano, riesce a compiere uno dei suoi prodigi: i ricordi prendono forma, si materializzano, l’autore apre il suo cuore al pubblico e confessa l’inconfessabile, riabbraccia idealmente i propri genitori attraverso due personaggi agli antipodi, papà Burt (un Paul Dano misurato, sottile, intenso) e mamma Mitzi (Michelle Williams al suo meglio). Lui pacato sostenitore della scienza, della tecnologia e della razionalità, lei strenua ed inquieta paladina dell’arte, dell’immaginazione e dell’estro. Entrambi incarnazione di qualcosa di indispensabile per alimentare la magia del cinema.
Quello stesso cinema che è capace di distruggere in pochi istanti le certezze di Sammy e subito dopo di tramutarsi in rifugio dalle avversità; un cinema che si rivela sia strumento per catturare la realtà e ciò che l’occhio umano a volte non vede, sia bacchetta magica per creare emozionanti storie di finzione.
È un viaggio ricco di significati The Fabelmans, in cui i generi si fondono e un’ironia intelligente stempera continuamente il dramma. È cinema dal respiro classico, che non a caso si apre e si chiude omaggiando due colossi come Cecil B. De Mille e John Ford. Ed è fonte generosa di emozioni, con almeno tre sequenze memorabili (la scoperta del segreto di famiglia, la proiezione del filmino della festa sulla spiaggia, il finale) che ci ricordano perché i film sono sogni che non dimenticheremo mai.

Voto: 4,5/5

The Fabelmans, USA, 2022. Regia: Steven Spielberg. Interpreti: Gabriel LaBelle, Michelle Williams, Paul Dano, Seth Rogen, Jeannie Berlin, Judd Hirsch, David Lynch. Durata: 2h e 31’.

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