THE DEPARTED 10 ANNI DOPO

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Me la ricordo bene la prima volta che vidi The Departed quella sera d’autunno di dieci anni fa. Bastarono quei pochi minuti del prologo con Jack Nicholson sulle note di Gimme Shelter dei Rolling Stones per inchiodarmi, eccitatissimo, alla poltroncina. Le due ore e mezza che seguirono volarono via, velocissime e vibranti.
Rivedendolo oggi, si percepisce ancora meglio la grandezza di questo film. Come molti di voi sapranno, The Departed è ispirato a Infernal Affairs, ottimo poliziesco di Hong Kong diretto da Andrew Lau, che Scorsese ha saputo stravolgere e arricchire straordinariamente, anche grazie alla sceneggiatura di William Monahan. Polizia e malavita, fiducia e tradimento, politica e società americana, questioni razziali e religione:  The Departed è un film sfaccettato, profondo e cupo, su cui aleggia continuamente lo spettro della morte (evocata sin da titolo), che sopraggiunge sempre in modo violentissimo.
E veniamo ai protagonisti. Da un lato c’è lo straripante doppiogiochista Jack Nicholson, dall’altro l’algido e bieco Matt Damon, in mezzo l’alienato (anti)eroe Leonardo DiCaprio, eccezionale nel rendere i tormenti del suo “martire masochista” (come lo ha definito Thomas Sotinel). Ma c’è un quarto personaggio importantissimo: è Boston, città cattolicissima, con un profondo senso di fatalismo, avvelenata dal contrasto insanabile tra irlandesi e italiani.
Come sempre nei film di Scorsese, la musica è un valore aggiunto. Bellissima la partitura musicale originale di Howard Shore, perfetta la scelta delle canzoni, tra cui spiccano la fragorosa I’m shipping up to Boston dei Dropkick Murphys sui titoli di testa e il capolavoro Comfortably Numb: solo quel genio di Scorsese poteva pensare di far amare Leo DiCaprio e la bella Vera Farmiga sulle fantastiche note dei Pink Floyd.

 

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Amarcord

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