


La scena più citata ed emulata di sempre non era nemmeno scritta sul copione. Scorsese lasciò a briglie sciolte De Niro il quale, completamente posseduto da Travis Bickle, diede vita a qualcosa di straordinario che, ancora oggi, permette al cinefilo di piazzarsi davanti a uno specchio e sentirsi attore per qualche istante.
Ma oltre quello specchio c’è di più. C’è la fine di un cinema in cui distinguevi il bene dal male, il bianco dal nero: è l’inizio di una svolta radicale. Quel solitario che si innamora di una donna angelica ma non sa fare di meglio che portala in un cinema porno, quell’emarginato incapace di scegliere se assassinare un politico o salvare una ragazzina dalla prostituzione, finisce per diventare un eroe e tu spettatore non hai ancora capito cosa gli è davvero passato per la testa.
Taxi Driver disorientò chi lo vide nel lontano 1976 e disorienta chi lo rivede oggi. La lezione di Martin e Bob ha insegnato che può esistere un cinema che non deve spiegare sempre tutto, perché anche la vita reale è fatta di incertezze, ambiguità e domande senza risposta.


