SICCITÀ. RECENSIONE

Facebooktwittermail

A Roma non piove da tempo immemore e la vita dei suoi abitanti è completamente stravolta. Nella città oppressa dalla sete, dagli scarafaggi e dalla comparsa di una misteriosa epidemia, si muove un coro di personaggi assai diversi, ma legati da un filo invisibile che farà incrociare i loro destini.

Quanto è triste e misera l’umanità di fronte alla catastrofe! Le menti e, soprattutto, i cuori si inaridiscono come la Roma ingiallita, assetata e impazzita immaginata da Paolo Virzì. Uno scenario apocalittico, ma non troppo, se è vero quello che ci ha insegnato la storia recente. E allora non sarà così difficile identificarci in questo gruppo di fantasmi messi in scena dal regista toscano, che vagano depressi e sudaticci tra le vie della Città Eterna: genitori distratti e figli arrabbiati, mariti superficiali e mogli alienate, lavoratori troppo assorbiti ed altri caduti in disgrazia, ricconi spietati e poveri sull’orlo di una crisi di nervi. Una schiera di vittime e di carnefici, in cui a volte si confondono i ruoli di innocenti e colpevoli; tutti (o quasi) esseri umani, però, accomunati dal bisogno di redenzione e di speranza.
Lo spettatore più attento non potrà non ripensare al recentissimo Don’t Look Up di Adam McKay, ma Virzì – che ha scritto il copione con Francesca Archibugi, Francesco Piccolo e Paolo Giordano – più che al disaster movie d’oltreoceano sembra guardare alla commedia corale italiana dei tempi d’oro.
Il risultato finale è un’opera diseguale, caratterizzata da una prima ora dal fiato un po’ corto – afflitta com’è dalla necessità dell’autore di amalgamare le molte trame e i tanti personaggi in scena – e da una seconda più fluida, compatta, capace di coinvolgere, pungere e far riflettere. Rimane netta la sensazione che Virzì abbia messo troppa carne al fuoco (i riferimenti all’attualità sono svariati, dalla crisi ambientale alle derive dei media e dei social, dal tema dei migranti al femminicidio, fino al fenomeno della violenza giovanile), ma restano impresse anche le cose migliori del film. In particolare, l’accattivante giallo-ocra in cui il direttore della fotografia Luca Bigazzi avvolge la Capitale, il Tevere prosciugato in cui brancola un’umanità sperduta, il patetico attore in declino e aspirante influencer di Tommaso Ragno, il tenero dialogo tra papà Mastandrea e la sensibile figlioletta adolescente.

Voto: 3/5

Siccità, Italia, 2022. Regia: Paolo Virzì. Interpreti: Silvio Orlando, Valerio Mastandrea, Elena Lietti, Tommaso Ragno, Claudia Pandolfi, Vinicio Marchioni, Monica Bellucci, Diego Ribon, Max Tortora, Emanuela Fanelli, Gabriel Montesi, Sara Serraiocco, Emma Fasano, Emanuele Maria Di Stefano, Malich Cissè, Paola Tiziana Cruciani, Gianni Di Gregorio, Andrea Renzi. Durata: 2h e 4’.

Foto: Greta De Lazzaris

Facebooktwittermail

Categorie Post:
Contenuti Speciali

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *