


Robert De Niro spegne settantacinque candeline: una ricorrenza speciale che diventa inevitabilmente occasione per celebrare uno dei più grandi attori viventi.
In attesa di rivederlo sul grande schermo nel 2019 in The Irishman di Martin Scorsese, (ri)assaporiamo il suo smisurato talento attraverso cinque monologhi memorabili tratti dai suoi film.
1. In Taxi Driver (di Martin Scorsese, 1976), De Niro mette a nudo tutta l’alienazione del tassista reduce del Vietnam Travis improvvisando uno dei monologhi più famosi (e imitati) della storia del cinema.
2. In C’era una volta in America (di Sergio Leone, 1984), dopo una cena a lume di candela, il gangster Noodles si lascia andare ad una romantica e commovente dichiarazione d’amore nei confronti di Deborah.
3. Nel finale di Toro scatenato (di Martin Scorsese, 1980), l’ex pugile Jack La Motta, riciclatosi come commediante, prova nel camerino un monologo tratto dal film Fronte del porto. Un De Niro irriconoscibile e totalmente immedesimato nel personaggio, fa toccare con mano allo spettatore l’enorme amarezza di un uomo che ha dissipato la sua vita.
4. In Re per una notte (di Martin Scorsese, 1983), l’aspirante comico Rupert Pupkin conquista la celebrità con un numero esilarante ed irresistibile.
5. In Cape Fear – Il promontorio della paura (di Martin Scorsese, 1991), lo psicopatico Max Cady, dopo aver messo KO tre galeotti mandati dal suo ex avvocato, si lancia in un monologo inquietante e delirante, con tanto di citazione del poeta mistico Angelus Silesius.


