REALTÀ O SOGNO? NOLAN SPIEGA IL FINALE DI INCEPTION

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Quando, nel 2010, siamo usciti dal cinema dopo aver visto Inception, la trottola di Leonardo Di Caprio continuava a girare nella nostra testa. Sarà caduta o no? Cobb era nella realtà o nel sogno? Un rompicapo di quelli che accendono la fantasia dei cinefili, conducendoli in entusiasmanti e infinite discussioni.
Dopo cinque anni, ecco che Christopher Nolan si è pronunciato per la prima volta sul finale per cui in sala, invece, si dava alla fuga per evitare le domande degli spettatori.
È successo qualche giorno fa, nel corso di un discorso ai laureandi di Princeton. “In generale, in questi discorsi, si dice sempre «Inseguite i vostri sogni». Io non ve lo dirò, perché non ci credo. Inseguite, piuttosto, la vostra realtà. Nel tempo si è deciso che la realtà sia il parente povero dei nostri sogni. E io invece voglio dire che i sogni, le nostre realtà virtuali, le astrazioni di cui ci si innamora e in cui ci si crogiola, sono dei sottogruppi della realtà».
Inevitabile a questo punto parlare di Inception. “Alla fine del film, Cobb, cioè Di Caprio, si ritrova con i suoi figli – almeno nella sua realtà soggettiva. Ma non si riesce a sapere se si tratta della realtà oggettiva o meno. E tutti quelli che incontro me lo chiedono, ed è significativo: tutti vogliono sapere se è nella realtà perché, alla fine, è la realtà che conta. È quella che importa davvero”.
Dunque, con la scelta del finale aperto Nolan ha voluto sottolineare quanto fosse forte la volontà di Cobb di rivedere i figli. Perché se il sogno è affascinante nel suo essere fuga dalla realtà e dal dolore, nell’animo umano resta sempre forte più di ogni altra cosa il desiderio di vivere e assaporare ciò che realmente esiste.

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