


Brutto ma non spaventoso, simile a una tartaruga senza guscio, e capace di suscitare amore e affetto senza essere carino. Steven Spielberg aveva le idee molto chiare su come doveva essere il protagonista di E.T. – L’extra-terrestre, quando agli albori degli anni ’80 diede il via al progetto di quello che sarebbe diventato uno dei suoi successi più straordinari.
Del resto su quell’esserino alto circa un metro, con il collo telescopico e la testa grande, aveva fantasticato a lungo sin da giovanissimo, allorché per colmare il vuoto della separazione dei suoi genitori si inventò un alieno come amico immaginario. Il problema era che il team americano di esperti in effetti speciali cui aveva affidato la realizzazione di E.T., non dava alcuna soddisfazione. Dopo otto mesi di lavoro senza risultati, costellati da una sfilza di modellini cestinati, Spielberg licenziò tutti e chiamò disperato l’unico uomo che avrebbe potuto salvarlo.
Carlo Rambaldi, ferrarese trapiantato negli Stati Uniti, aveva collaborato con lui in Incontri ravvicinati del terzo tipo. Era un asso della meccatronica applicata all’audiovisivo e le sue creazioni, spesso sbalorditive, gli avevano fruttato già due Oscar. Rambaldi ascoltò con attenzione la telefonata di Spielberg e in men che non si dica buttò giù un paio di schizzi. Si racconta che ad ispirare il geniale effettista italiano fu un suo stesso disegno fatto in gioventù, nel quale ritrasse le massaie dal volto largo e dal collo allungato che lavavano i panni nelle acque emiliane del Po.
Seguirono mesi di lavoro incessante, finché Rambaldi non sottopose un modellino di E.T. alla figlia Daniela, allora undicenne. “Bruttino ma simpatico” fu il commento lapidario della ragazzina. Quelle parole risuonarono alle orecchie di papà Carlo come una freccia che si infilza nel bersaglio.
Le riprese del film, rigorosamente top secret, si svolsero da settembre a dicembre del 1981 e tutto andò per il meglio. Dopo l’anteprima ufficiale a Cannes, l’11 giugno 1982 E.T. – L’extra-terrestre debuttò al cinema iniziando una cavalcata trionfale al botteghino, che lo portò a strappare il record di incassi a Guerre stellari. Rambaldi vinse il suo terzo Oscar, Spielberg consolidò la sua posizione nell’olimpo cinematografico, mentre il piccolo E.T. dagli occhioni dolci conquistò un primato difficilmente scalfibile: quello di alieno più tenero di tutti i tempi.


