


Cosa faremmo se avessimo la possibilità di ritornare a vivere la nostra adolescenza con la mente e l’esperienza dell’età adulta? Proveremmo a cambiare il nostro futuro? È quello che ci chiede Francis Ford Coppola attraverso la storia di Peggy Sue, quarantenne americana con due figli e un matrimonio sull’orlo del fallimento. Una sera la donna partecipa a una festa che raduna tutti gli ex studenti della sua scuola e, dopo essere svenuta in seguito a un forte malore, si risveglia come d’incanto nel 1960, quando sta per compiere diciotto anni. Ha così l’occasione di rivivere un mondo ormai perduto, riabbracciare persone scomparse e, soprattutto, evitare la relazione con il futuro marito Charlie. Peggy Sue prova a cambiare il proprio destino, ma sembra sempre che ci siano cose, eventi, sentimenti che non si possono manipolare.
Quando uscì nelle sale Peggy Sue si è sposata (1986) non fu abbastanza apprezzato, probabilmente anche a causa del successo di Ritorno al futuro (1985). È invece un film notevole, che merita di essere visto più volte tanta è la ricchezza del suo contenuto. Coppola riflette sul tempo e sulle scelte di vita mescolando sapientemente commedia, dramma e un pizzico di fantascienza, e ammantando la storia di un morbido velo di nostalgia che lo spettatore può toccare con mano. Si prova un’enorme empatia per Peggy Sue, si percepiscono le sue sensazioni e le sue emozioni, pare di sentire persino il suo cuore che batte. Merito anche di un’intensa e luminosa Kathleen Turner (che fu giustamente candidata all’Oscar), così brava e bella da essere credibile anche nei panni di una diciottenne.
Un film assolutamente da riscoprire, un titolo tutt’altro che minore nella straordinaria filmografia del regista de Il padrino e Apocalypse Now.


