


Fronte perennemente aggrottata, sopracciglio inarcato, sguardo che è un incrocio perfetto tra l’inquietante e l’affascinante. Michael Madsen, cinquantasettenne di Chicago, è uno di quegli attori abbonati al ruolo del cattivo, ma che nonostante ciò è riuscito a farsi amare.
Si fa notare la prima volta in Thelma & Louise (1991) di Ridley Scott, ma è l’anno successivo che arriva la consacrazione grazie a Le iene di Quentin Tarantino. Nei panni di Mr. Blonde diventa un’icona del sadismo. “Non me ne frega un beneamato cazzo di quello che sai, di quello che non sai. Tanto ti torturo lo stesso”, dice al poliziotto al quale, poi, stacca un orecchio sulle note di Stuck in the middle with you degli Stealers Wheel.
È un’immagine che non si scrollerà più di dosso, ma a lui sembra non dispiacere perché continua ad esaltarsi nelle parti del cattivo. In Donnie Brasco (1997) di Mike Newell, ad esempio, riesce a spiccare nonostante la presenza di Al Pacino e Johnny Depp.
Ma è l’amico Quentin Tarantino che dà la sensazione di tirare fuori il meglio da lui. Nei due capitoli di Kill Bill (2003-04) è Budd, il villain che compie la carognata più incredibile ai danni della Sposa/Uma Thurman: le fa il “funerale texano” ovvero la seppellisce viva.
Negli ultimi anni la sua carriera è apparsa in evidente flessione, ma la nuova chiamata di Tarantino ha riportato i riflettori su di lui. A fine anno lo rivedremo in The Hateful Eight e c’è da scommettere che tornerà più cattivo che mai.


