


Dopo il grande successo dell’anteprima del suo nuovo film, il regista afroamericano Malcolm torna a casa euforico insieme alla compagna Marie. Non è dello stesso umore la donna, che a causa di una gaffe di Malcolm durante la première, appare incupita e seccata. Ne scaturirà un lungo e spietato confronto, che finirà per mettere a dura prova la loro relazione.
Il terzo lungometraggio scritto e diretto dal 36enne Sam Levinson – figlio d’arte, suo papà è il regista premio Oscar Barry Levinson – ci trasporta nel bel mezzo di un gioco (di coppia) al massacro. Lui è un filmmaker emergente, arrogante e narcisista, lei una giovane donna volubile, con un passato da tossicodipendente e già molti rimpianti alle spalle (è stata un’aspirante attrice).
Li seguiamo nel corso di un’infinita discussione, messa in scena quasi in tempo reale, tra le stanze di una splendida e austera villa californiana, che funge da palcoscenico alla brutale resa dei conti. I colpi bassi si sprecano, i rancori e i risentimenti piovono a catinelle, eppure tra una sfuriata e l’altra c’è tempo per abbracci, baci e momentanee riappacificazioni. Più che rappresentare una love story al capolinea, la lunga nottata di Malcolm e Marie sembra uno spaccato di una relazione malata, che si alimenta di un miscuglio tossico di amore e odio, attrazione e repulsione, dipendenza reciproca e desideri di fuga.
L’affascinante bianco e nero di Marcell Rév fa ripensare ai drammi da camera d’altri tempi, in primis a un grande classico come Chi ha paura di Virginia Woolf? di Mike Nichols, mentre l’atmosfera claustrofobica non può che rievocare certe comuni dinamiche di coppia originate dai recenti lockdown (Malcolm & Marie è stato tra l’altro girato in piena emergenza sanitaria).
La pellicola di Levinson, però, palesa alla lunga qualche problema tutt’altro che irrilevante, in particolare a livello di sceneggiatura. L’artificiosità di molti dialoghi e l’eccessiva teatralità di alcuni momenti non solo minano il ritmo del racconto, ma rendono difficilmente empatici i due protagonisti. E nonostante i fiumi di parole, resta forte la sensazione che il film non riesca mai a sviscerare a fondo il rapporto tra i “duellanti”, né abbia la capacità di far scaturire valide riflessioni dalle pungenti stoccate rivolte, qua e là, all’industria hollywoodiana e al mondo della critica cinematografica.
Malcolm & Marie funziona sempre a intermittenza, proprio come l’amore di cui narra, per poi giungere stancamente al finale. Peccato, soprattutto per Zendaya e John David Washington, la cui dedizione ai personaggi, da sola, non può bastare a cambiare le sorti del film.
Voto: 2,5/5
Malcolm & Marie, USA, 2021. Regia: Sam Levinson. Interpreti: Zendaya, John David Washington. Durata: 1h e 46’.


