MADRES PARALELAS. RECENSIONE

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Janis, una donna di mezza età, e l’adolescente Ana condividono la stessa stanza dell’ospedale in cui sono in procinto di partorire. Tutte e due stanno affrontando una gravidanza inaspettata, ma mentre Janis è gioiosa di essere in dolce attesa, Ana è insicura e spaventata. I pochi momenti trascorsi insieme creeranno un vincolo molto forte, destinato a rinsaldarsi ulteriormente quando il destino complicherà in maniera clamorosa le loro vite.

Dopo il semiautobiografico Dolor y gloria (2019), Pedro Almodóvar torna ad indagare e sviscerare il passato. Questa volta, però, il cineasta iberico volge indietro il suo sguardo per scavare nell’inconscio di un intero popolo, ancora affollato dagli spettri di una dittatura lunga e sanguinaria.
E per riuscire nel suo proposito si riaccosta all’amato universo materno, intessendo un racconto che assurge a metafora sottile della rimozione del franchismo in terra spagnola. Le protagoniste del film hanno entrambe un’infanzia particolare alle spalle, ma soprattutto sono segnate da traumi che ritornano a galla nonostante la ferrea volontà di ricacciarli nell’oblio. Janis è custode di un segreto scioccante, Ana nasconde le ferite di una brutale violenza fisica e psicologica.
Meravigliosamente imperfette, le madres di Almodóvar si tingono dunque di nuove sfumature e palesano fragilità e zone d’ombra, continuando tuttavia a sfoderare una generosità sconosciuta agli uomini, qui dipinti come figure evanescenti o addirittura assenti. Intanto l’almodrama – seguendo una direzione intrapresa dall’autore da Julieta (2016) in poi – continua a svuotarsi degli eccessi estetici e narrativi di un tempo, virando verso uno stile più asciutto ed equilibrato.
Un rigore formale che ben si addice agli intenti di quest’opera, specialmente quando nel finale irrompe in scena la Storia con la “S” maiuscola. Oltre a Janis e Ana c’è un’altra madre parallela, la Spagna, che ha bisogno di liberarsi del taciuto e dell’indicibile, di anni di dolore silente, di riesumare i fantasmi del passato per poter abbracciare davvero il futuro.
E al futuro guarda anche il cinema di Almodóvar che, a una Penelope Cruz in grande spolvero e ad altre attrici feticcio come Julieta Serrano e Rossy de Palma, affianca la 25enne Milena Smit, volto traboccante di emozioni sotto la scorza algida. La musa del domani è già qui e scalpita per un posto al sole nell’olimpo almodovariano.

Voto: 3,5/5

Madres paralelas, Spagna, 2021. Regia: Pedro Almodóvar. Interpreti: Penelope Cruz, Milena Smit, Aitana Sánchez-Gijón, Israel Elejalde, Julieta Serrano, Rossy de Palma. Durata: 2h e 3’.

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