


Negli anni Quaranta, Dalton Trumbo (Bryan Cranston) è uno dei più grandi sceneggiatori al mondo. A Hollywood è richiestissimo, ma a causa della sua attività in favore dei sindacati e del riconoscimento dei diritti civili, finisce nella black list del Comitato per le Attività Antiamericane, perché sospettato di comunismo. Trumbo si rifiuta di collaborare e viene condannato al carcere. Una volta uscito si ritroverà emarginato e costretto a lavorare scrivendo copioni sotto falso nome.
La vera storia di Dalton Trumbo meritava di essere portata sul grande schermo, per conoscere a fondo l’autore di classici come Vacanze Romane (1953), Spartacus (1960) e Papillon (1973), e per comprendere meglio una delle pagine più oscure e dolorose della storia di Hollywood e degli Stati Uniti. Lo script di John McNamara è l’adattamento della biografia di Bruce Alexander Cook, condito da un’efficace dose d’umorismo, e il regista Jay Roach (celebre per le commedie Ti presento i miei e Austin Powers) lo traspone sullo schermo limitandosi a dirigere il traffico e a curare meticolosamente la ricostruzione d’epoca.
Il vero valore aggiunto è Bryan Cranston (giustamente candidato all’Oscar), capace con la sua interpretazione multiforme ed equilibrata di farci assaporare tutta l’ironia, il talento e la grande personalità di questo sfortunato artista, oltre a dare vita allo spirito combattivo e all’enorme forza interiore con cui Trumbo è riuscito a sopravvivere e a risalire la china.
Intorno a lui si esaltano alcuni attori in ruoli di contorno, su tutti Helen Mirren, che presta il volto alla subdola e spietata giornalista di gossip Hedda Hopper, e John Goodman, che interpreta il simpatico e vulcanico produttore Frank King.
Voto: 3/5
L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo (Trumbo), USA, 2015. Regia: Jay Roach. Interpreti: Bryan Cranston, Diane Lane, Helen Mirren, Louis C.K., Elle Fanning, John Goodman, Michael Stuhlbarg. Durata: 2h e 4’.


