LO SCOPONE SCIENTIFICO

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All’inizio degli anni Settanta, mentre esplodeva il fenomeno del cinema impegnato, la commedia all’italiana visse ancora momenti di gloria dopo il precedente decennio d’oro. Tra i film più riusciti di questo periodo c’è Lo scopone scientifico (1972) di Luigi Comencini, un’opera che ci regala uno spaccato della Roma povera post boom economico, ma soprattutto un’efficace metafora dell’eterna lotta tra i potenti e gli oppressi.
Il duo Alberto Sordi – Silvana Mangano raggiunse qui il culmine del proprio affiatamento. La loro empatia dentro e fuori dal set (si racconta che Albertone fosse l’unica persona capace di curare le inguaribili malinconie della Mangano) generò un’indimenticabile coppia di proletari che, con la forza dell’amore, resiste a una tempesta di sventure senza fine.
Bette Davis e Joseph Cotten, miti della vecchia Hollywood, completarono il quartetto per lo scopone. La Davis, in particolare, sfornò un’altra delle sue grandi interpretazioni nonostante i continui scontri con Sordi, che si divertiva a prenderla in giro rubandole le battute o confondendole le idee rivolgendosi in romanesco.
E, poi, gli immancabili bravissimi caratteristi, da “Mr. Volare” Domenico Modugno nei panni del baro Righetto, a un ottimo Mario Carotenuto, che si meritò un Nastro d’Argento per il suo simpatico professore.
Una squadra di straordinari interpreti per un film capace, dopo oltre quarant’anni, di divertirci, emozionarci e farci meditare sulla vita, le ingiustizie, la disperazione, la speranza, il senso dell’amore.

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