LE VITE DEGLI ALTRI

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Nel 2006 un giovane regista tedesco con il nome da principe prussiano, Florian Henckel von Donnersmarck, firma una delle più folgoranti opere prime degli ultimi decenni. Girato in appena trentasette giorni, Le vite degli altri racconta una pagina assai dolorosa della Storia del Novecento, tenuta nascosta e negata per tanto tempo, quella del regime poliziesco instaurato dalla Stasi nell’ex DDR.
Nella grigissima Berlino Est del 1984, lo spietato capitano Wiesler (lo strepitoso Ulrich Mühe, scomparso l’anno dopo l’uscita del film) ha il compito di spiare e mettere in ginocchio il celebre drammaturgo Georg Dreyman (Sebastian Koch) e la sua compagna Christa-Maria (Martina Gedeck). Man mano che la missione va avanti, si rende conto che il regime socialista in cui credeva ciecamente è marcio e la sua anima si apre ad un cambiamento incredibile.
Le vite degli altri è un impeccabile thriller di suspense, ma anche un emozionante dramma sul prezioso bene della libertà. È una struggente storia d’amore e, al tempo stesso, una testimonianza in onore delle miriadi di persone che hanno sofferto e, spesso, sono cadute dall’altra parte del maledetto muro berlinese. È un film per riflettere sul nostro presente, in cui il rischio di essere spiati in ogni momento ed ovunque è di nuovo altissimo. È tante cose insieme, tutte bellissime, Le vite degli altri. È una toccante sonata per le persone buone che, ad ogni visione, ti stupisce sempre, ti travolge e ti avvolge fino a stringerti il cuore.

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Amarcord

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