


Sguardo furbo e intelligente, dentro cui si annidano lampi di perfidia. Tono di voce deciso, temperamento da sergente di ferro. E – quando meno te l’aspetti – anche sex appeal, che sprigiona avvolta in un avvenente abito rosso fuoco. La dottoressa Sironi, la persecutrice di Checco Zalone in Quo vado? di Gennaro Nunziante, è la sola cosa su cui sono riusciti ad essere d’accordo sia i sostenitori che i detrattori del film che sta frantumando ogni record d’incasso.
A interpretarla la neo 50enne Sonia Bergamasco, abile nel donare sfumature alla terribile dirigente ministeriale che ha il compito di “tagliare teste”. Prima spietata e cinica, poi donna sull’orlo di una crisi di nervi, infine inaspettatamente addolcita dalle sorprese che la vita può riservare. Perché anche i duri hanno un cuore.
Chi è rimasto sorpreso dalla performance brillante di un’attrice che sul grande schermo si è distinta spesso in ruoli drammatici (è stata protagonista per registi come Marco Tullio Giordana, i fratelli Bernardo e Giuseppe Bertolucci, Franco Battiato), evidentemente non conosce a fondo il suo percorso.
Attrice di teatro cresciuta alla scuola del grande Giorgio Strehler, ma anche musicista, poetessa, voce per gli audiolibri, Sonia è un’artista a tutto tondo che ha fatto della poliedricità un credo. Fuori dal set è una donna dal sorriso rutilante e dai modi gentili, tanto che stenti a credere che era proprio lei l’irrequieta e ombrosa Giulia de La meglio gioventù. La complessità di quel personaggio attraverso cui la Bergamasco è riuscita a raccontare il fallimento di un’intera generazione, fa pensare che in fondo il cinema italiano non abbia bussato abbastanza alla sua porta. Ma non è mai troppo tardi. La dottoressa Sironi ci ha detto che Sonia è un’attrice versatile nel pieno della maturità e che il meglio deve ancora venire.


