JOKER. RECENSIONE

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Gotham City, anno 1981. Arthur Fleck, un solitario che vive con l’anziana madre e sbarca il lunario travestendosi da clown, sogna di diventare un cabarettista ed emulare il suo idolo Murray Franklin, conduttore di un popolare talk show. Un sogno però inafferrabile per un uomo come lui, mentalmente instabile, disadattato, emarginato e bullizzato. Dopo l’ennesimo sopruso subito, Arthur decide così di imboccare una via oscura, che innescherà una pericolosa catena di eventi in grado di destabilizzare l’intera città.

È una svolta sorprendente quella del 48enne regista-sceneggiatore Todd Phillips, fino a ieri autore di commedie irriverenti e demenziali, e oggi capace di firmare un dramma psicologico cupo e opprimente che racconta le origini dell’arcinemico di Batman. Partendo da una strada già solcata da Christopher Nolan con la trilogia del cavaliere oscuro, basata su un’idea di cinecomic improntato all’introspezione e al realismo, Phillips modella il suo film sulle pellicole scorsesiane dei tempi della New Hollywood, in particolare Taxi Driver (1976) e Re per una notte (1983). Arthur Fleck ha i cromosomi di Travis Bickle e Rupert Pupkin, e quella Gotham brutta, sporca e cattiva in cui vive rievoca non poco la New York del tassista-giustiziere del capolavoro di Scorsese.
La società ritratta da Phillips, non così lontana dall’America e dall’Occidente di oggi, inquieta: la forbice delle diseguaglianze diventa sempre più ampia, Thomas Wayne non è più l’uomo senza ombre che abbiamo sempre creduto e il reietto è spinto ancora più ai margini. Un reietto che ha lo sguardo perso e la risata disperata di Joaquin Phoenix, il quale riesce nella difficile impresa di farci provare nei confronti di Arthur repulsione e compassione, disagio e pietà.
Un personaggio enorme quello costruito da Phoenix, che in alcuni momenti finisce quasi per ingoiare il film e soprattutto fa emergere la debolezza delle figure di contorno, appena abbozzate, tra cui fa eccezione il solo Murray Franklin di un ispirato Robert De Niro, ulteriore trait d’union con il succitato Re per una notte.
Nonostante qualche didascalismo nella seconda parte, Joker è un film che graffia e il finale apocalittico accresce il senso di turbamento spegnendo ogni accenno di speranza. Arthur è sparito ormai dietro la sua maschera, Bruce Wayne è ancora un bambino e Gotham City non è mai stata così buia.

Voto: 3,5/5

Joker, USA, 2019. Regia: Todd Phillips. Interpreti: Joaquin Phoenix, Robert De Niro, Zazie Beetz, Brett Cullen, Frances Conroy. Durata: 2h e 2’.

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