


Non capita a tutti di poter esordire in un film leggendario, sotto la direzione di uno dei più grandi registi di tutti i tempi. Jennifer Connelly, attrice nata nello stato di New York quarantacinque anni fa, ha avuto questa fortuna e l’ha saputa sfruttare nel migliore dei modi.
È il 1984 quando, appena ragazzina, nel capolavoro di Sergio Leone C’era una volta in America rende indimenticabile con i suoi occhi felini e le battute pungenti il personaggio di Deborah, la fanciulla che danza con la leggerezza di una farfalla sotto lo sguardo innamorato del giovane Noodles. Dopo il folgorante debutto Jennifer ottiene diversi ruoli da protagonista, tra cui quello nel cult Labyrinth – Dove tutto è possibile (1986) di Jim Henson, ma la sua carriera stenta a decollare a causa di qualche flop di troppo.
È soltanto all’inizio del nuovo millennio che critica e pubblico si accorgono del suo talento. In Requiem for a Dream (2000) di Darren Aronofsky indossa con pregevole intensità i panni di Marion, una tossicodipendente che sprofonda in un tunnel senza via d’uscita, arrivando a vendere il suo corpo e la sua dignità per l’agognata dose di droga. L’anno successivo arriva la consacrazione nel pluripremiato A Beautiful Mind (2001) di Ron Howard dove, al fianco di Russell Crowe, interpreta la luminosa Alicia Nash, personaggio con cui ruba i cuori di molti cinefili e si aggiudica anche un Oscar.
Tra i film successivi, da segnalare Blood Diamond – Diamanti di sangue (2006) di Edward Zwick, in cui recita con Leonardo DiCaprio, ma anche titoli meno conosciuti come La casa di sabbia e nebbia (2003) di Vadim Perelman e Little Children (2006) di Todd Field, che vi consiglio vivamente di riscoprire.
Il prossimo 3 ottobre Jennifer sarà a Roma per presentare in anteprima alla Festa del Cinema American Pastoral di Ewan McGregor, uno dei film più attesi della nuova stagione (in sala dal 20 ottobre), in cui potremo riammirare l’attrice statunitense in un ruolo da protagonista.


