IO E ANNIE: UN CAPOLAVORO IN 10 BATTUTE

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Alvy Singer, quarantenne comico newyorkese di successo, è solo davanti alla macchina da presa e si confessa agli spettatori. In conclusione del suo monologo, in preda al senso di solitudine e ai rimpianti, ci parla della fine della sua storia d’amore con la deliziosa cantante di nightclub Annie Hall. Ed ecco partire una lunga serie di flashback, che ignorano l’ordine cronologico degli avvenimenti e danno vita all’irresistibile Io e Annie (1977), commedia romantica dal retrogusto amaro che segnò una svolta decisiva nella carriera di Woody Allen.
Frenetico, divertente, surreale, appassionato, malinconico, pieno di elementi autobiografici e illuminato da trovate registiche ingegnose, Io e Annie è una delle testimonianze più vibranti del genio alleniano. Se ne accorse all’epoca anche l’Academy, che gli assegnò ben 4 Oscar principali (film, regia, sceneggiatura originale e attrice protagonista alla magnifica Diane Keaton).
In occasione del suo 40° anniversario, riviviamo questo classico del cinema statunitense dei mitici Settanta attraverso 10 battute memorabili.

Il cinema è una cosa seria
Alvy : “È cominciato il film?”.
Cassiera: “Sì, ma solo da due minuti”.
Alvy: “Chiuso. Fa niente. Io non posso entrare…”.
Annie: “Due minuti, Alvy!”.
Alvy: “No, mi dispiace, non posso. Il cinema è già saltato. Io… io non posso entrare a metà!”.

La vita secondo Alvy
“Ho una concezione molto pessimistica, io, della vita. Devi saperlo, questo, sul mio conto, se dobbiamo frequentarci, mi spiego. Io… secondo me… io ritengo che la vita sia divisa in due categorie: l’orribile e il miserrimo”.

Sull’autostima…
“…e c’è un’altra battuta che è importante per me, è quella che di solito viene attribuita a Groucho Marx, ma credo dovuta in origine al genio di Freud, e che è in relazione con l’inconscio. Ecco dice così… parafrasando: «Io non vorrei mai appartenere a nessun club che contasse tra i suoi membri uno come me»”.

…e sull’autoerotismo
“Ehi, non denigrare la masturbazione: è sesso con qualcuno che amo!”.

Alvy e le donne
“Mi spiego, anche da piccolo io mi buttavo sulle donne sbagliate. Credo che sia questo il mio problema. Quando la mamma mi portò a vedere Biancaneve, tutti quanti erano innamorati di Biancaneve. Io no. Io mi innamorai subito della Regina Cattiva”.

Corteggiamento da manuale
Alvy: “Hai da fare venerdì sera?”.
Annie: “Io? Oh, beh, no”.
Alvy: “Oh, scusa, aspetta… ho da fare io. Cosa fai sabato sera?”.
Annie: “Oh, no, niente, io…”.
Alvy: “Stai andando a ruba a quanto sento!”.
Annie: “Lo so…”.
Alvy: “Hai un principio di lebbra?”.

Un amore indescrivibile
“Amore è un termine troppo debole. Ecco, io ti straamo, ti adamo, ti abramo!”.

Il sesso, che divertimento!
“[Il sesso] è stato il più gran divertimento che abbia mai avuto senza ridere”.

I risultati della psicoanalisi
Annie: “Oh, vai dallo psichiatra?”.
Alvy: “S-sì… da quindici anni solo”.
Annie: “Da quindici anni?!”.
Alvy: “Sì… gli concedo un altro anno… poi vado a Lourdes”.

Chi non sa…
“Chi non sa far niente, insegna. Chi non sa insegnare, insegna ginnastica. Quelli che neanche la ginnastica, credo li destinassero alla nostra scuola”.

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