


Nei primi anni ’80, in Sicilia infuria la guerra tra le famiglie storiche di Cosa nostra e i Corleonesi per il controllo del traffico della droga. Tommaso Buscetta, il “Boss dei due mondi”, decide di emigrare in Brasile per estraniarsi dalla lotta, ma presto lo raggiunge la terribile notizia dell’uccisione di due suoi figli e del fratello. Proprio quando si sente braccato dal clan capeggiato da Totò Riina, don Masino viene arrestato ed estradato in Italia. Ad attenderlo c’è il giudice Giovanni Falcone, che gli propone di diventare un collaboratore di giustizia.
Con il suo nuovo lungometraggio presentato in concorso al Festival di Cannes, Marco Bellocchio riesce nel duplice intento di raccontare una pagina importante della storia d’Italia e di scrutare in un personaggio sfaccettato e controverso come quello di Tommaso Buscetta. Impregnato di riflessioni su menzogna, tradimento, sensi di colpa e morte, Il traditore soffre soltanto di una parte iniziale troppo didascalica e poco bellocchiana, in cui la narrazione aderisce agli stilemi convenzionali del gangster movie contemporaneo. Con l’arresto del protagonista e il primo incontro con Falcone, il film ingrana definitivamente la marcia, la cifra stilistica del suo autore è ben più visibile, racconto storico e dramma intimista si intersecano fino ad amalgamarsi.
Attraverso dialoghi serrati e momenti di grande cinema come la rappresentazione dell’ingresso nell’aula bunker (un autentico circo dell’orrore), l’infuocato confronto tra Buscetta e Pippo Calò o la straziante scena della strage di Capaci, Bellocchio immerge lo spettatore nelle pieghe di una storia intricata e dolorosa, senza mai perdere di vista l’evoluzione interiore di Buscetta. Ne emerge il ritratto di un uomo carismatico, vanitoso, complesso, sfuggente, che anche dopo i centoquarantotto minuti di film rimane avvolto nell’ambiguità. E in ciò è assolutamente fondamentale l’apporto del camaleontico Pierfrancesco Favino, apice di un cast scelto con intelligenza e scrupolosità, come dimostrano il sempre bravo Luigi Lo Cascio (nel ruolo di Totuccio Contorno), un misurato e intenso Fausto Russo Alesi (Giovanni Falcone) e quel Fabrizio Ferracane (Pippo Calò) che molto bene incarna, dietro la maschera pacata e il ghigno cinereo, il volto subdolo del male.
Voto: 3,5/5
Il traditore, Italia-Francia-Brasile-Germania, 2019. Regia: Marco Bellocchio. Interpreti: Pierfrancesco Favino, Maria Fernanda Cândido, Fabrizio Ferracane, Luigi Lo Cascio, Fausto Russo Alesi, Nicola Calì, Bebo Storti. Durata: 2h e 28’.


