


È la fine degli anni ’60 quando a Roma il drammaturgo, poeta e mirmecologo Aldo Braibanti (Luigi Lo Cascio) viene arrestato, processato e condannato con l’accusa di plagio, cioè di aver sottomesso fisicamente e psicologicamente alla sua volontà il giovane allievo Ettore Tagliaferri (Leonardo Maltese). Nell’indifferenza generale dell’opinione pubblica, soltanto il giornalista Ennio Scribani (Ennio Germano) si impegna a ricostruire la verità e a sensibilizzare la gente ignara del martirio subito da Braibanti.
A due anni di distanza dal controverso Hammamet, Gianni Amelio indaga un’altra pagina importante di storia italiana seppur con propositi e obiettivi differenti. Se nel biopic su Bettino Craxi il cineasta calabrese riaccendeva i riflettori su un personaggio e una stagione ancora vivi nella memoria collettiva, ne Il signore delle formiche riesuma (con diverse licenze di sceneggiatura) una dolorosa vicenda dimenticata allo scopo di riflettere su situazioni e dinamiche purtroppo attuali in un Paese in cui l’omosessualità è tutt’ora un argomento tabù.
Malgrado alcuni evitabili passaggi didascalici e qualche scena tirata troppo per le lunghe, Il signore delle formiche si rivela un film abbastanza coinvolgente, oltre che necessario, con un paio di pregi particolarmente degni di nota. Innanzitutto l’accortezza con cui il regista di Porte aperte ha evitato le trappole del ritratto agiografico, descrivendo – anche grazie all’incisiva prova di Luigi Lo Cascio – luci ed ombre, sensibilità e spigolosità del carattere di Braibanti. E poi l’efficace ed impietoso affresco di una società retrograda e cinica, con Amelio che non risparmia nemmeno la sinistra di allora – incarnata dal PCI – rea di non essersi schierata al fianco dell’essere umano Braibanti prim’ancora che del compagno di partito ed ex partigiano. Una sinistra che trova l’unico paladino della verità in una figura nata dall’immaginazione dell’autore, il giornalista de l’Unità Ennio Scribani, interpretato con naturalezza da un Elio Germano sornione e pungente.
Intorno a lui e a Lo Cascio, Amelio fa muovere un nutrito cast di supporto che, tuttavia, risulta essere più croce che delizia nell’economia del racconto. Se, infatti, l’esordiente Leonardo Maltese è una gradita sorpresa in un ruolo delicato come quello del giovane Ennio, molti attori di contorno appaiono un po’ ingessati nei panni di personaggi piuttosto stereotipati, mentre la talentuosa Sara Serraiocco è tutto sommato sacrificata nella parte marginale di Graziella, la cugina attivista di Scribani.
Voto: 3/5
Il signore delle formiche, Italia, 2022. Regia: Gianni Amelio. Interpreti: Luigi Lo Cascio, Elio Germano, Sara Serraiocco, Leonardo Maltese. Durata: 2h e 10’.
Foto: Claudio Iannone


