


Anno 753 a.C.. I fratelli pastori Romolo (Alessio Lapice) e Remo (Alessandro Borghi) vengono catturati dai guerrieri di Alba Longa e ridotti in schiavitù. Con l’astuzia e l’audacia, i due riescono a sconfiggere i loro carcerieri e, dopo aver liberato gli altri prigionieri, innescano una catena di eventi che porterà alla fondazione di Roma, città destinata a dominare il mondo per secoli.
È una spettacolare, spaventosa esondazione del Tevere ad aprire Il primo Re, il nuovo film del trentasettenne Matteo Rovere. Una scena di forte impatto, che si scaglia sullo spettatore con la stessa brutalità con cui le acque impetuose travolgono Romolo e Remo. È un chiaro preludio di tutto quello che seguirà. Niente retorica, niente romanticismi: Rovere trasforma una storia mitica in un racconto realistico intriso di sangue e fango, violenza e paure ancestrali, entrando un po’ alla volta nelle menti e nelle anime di due uomini così simili eppure così diversi, ben interpretati dalla coppia Borghi-Lapice.
Costellato di scene d’azione efferate che echeggiano il cinema di Mel Gibson (in particolare Apocalypto), Il primo Re si fa apprezzare per la sapienza delle scelte registiche, per l’encomiabile lavoro del direttore della fotografia Daniele Ciprì (il film è stato girato con l’utilizzo della sola luce naturale), nonché per la lungimirante decisione di far recitare il cast in protolatino, lingua ricreata ad hoc col supporto di specialisti. L’aspetto più sorprendente di quest’opera, però, è che non si accontenta soltanto di essere una coinvolgente rivisitazione del mito della fondazione di Roma, ma sa anche affrontare con intelligenza argomenti come amore fraterno, potere, religione, fede, hybris, superstizione. Il merito va certamente cercato nell’interessante sceneggiatura che il regista romano ha firmato con Filippo Gravino e Francesca Manieri, già co-autori dello script di Veloce come il vento.
Con tanta creatività, buoni contenuti e un budget di “appena” 9 milioni di euro, Rovere riesce laddove molti blockbuster epico-storici hollywoodiani falliscono, arricchendo un cinema italiano sempre più bisognoso di allargare i propri orizzonti.
Voto: 3,5/5
Il primo Re, Italia-Belgio, 2019. Regia: Matteo Rovere. Interpreti: Alessandro Borghi, Alessio Lapice, Fabrizio Rongione, Massimiliano Rossi, Tania Garribba. Durata: 2h e 7’.


