IL PRIMO GIORNO DELLA MIA VITA. RECENSIONE

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Un uomo misterioso si presenta a quattro persone che hanno deciso di togliersi la vita – un famoso guru motivazionale, una poliziotta che ha perso la figlia sedicenne, una ginnasta finita sulla sedia a rotelle e un ragazzino youtuber – offrendogli la possibilità di scoprire come potrebbe essere il mondo senza di loro. La sua missione è quella di aiutare questi individui sull’orlo del baratro a ritrovare il senso delle proprie esistenze.

Partendo dal suo romanzo omonimo pubblicato nel 2018, Paolo Genovese si cimenta con un genere poco praticato dal cinema italiano, il dramma fantastico, per affrontare un tema delicato e ostico come quello del suicidio, sollevando interrogativi universali e meditando su alcune fragilità che attanagliano l’essere umano fino a stringerlo in una morsa da cui è spesso complicato districarsi.
Scritto da Genovese insieme a Paolo Costella, Rolando Ravello e Isabella Aguilar, Il primo giorno della mia vita sembra impregnato di certe suggestioni che affliggono la società post pandemica e tocca una serie di argomenti complessi attraverso personaggi molto diversi tra di loro. Se Arianna (Margherita Buy) incarna il trauma causato dalla perdita di un figlio, Emilia (Sara Serraiocco) racconta le difficoltà nell’accettare le sconfitte della vita, mentre il piccolo Daniele (Gabriele Cristini) – alle prese con bullismo, derive social e genitori disattenti e cinici – ci porta sul terreno dell’urgente attualità. E poi c’è l’impenetrabile Napoleone (Valerio Mastrandrea), rimasto impigliato nella rete di quello che è forse il malessere più oscuro e diffuso, il mal di vivere senza apparente spiegazione. Un quartetto di (im)perfetti sconosciuti, sospeso in un limbo tra la vita e la morte che non può non farci ripensare all’irripetibile classico americano La vita è meravigliosa (1946), e guidato da un Toni Servillo chiamato a vestire i panni di un’enigmatica figura a metà strada tra il Virgilio dantesco e l’angelo Clarence del capolavoro di Frank Capra.
Il film, ambientato in una Roma livida, piovosa e piuttosto anonima, non ha la pretesa di trovare le risposte a tutte le domande che si pone e, malgrado non si riveli mai davvero avvincente, ha la capacità di generare qualche interessante spunto di riflessione sulla depressione, le seconde opportunità e lo spirito di resilienza.
Genovese – che riesce tutto sommato a tenere a bada la retorica ma non certi didascalismi, che finiscono per affiorare qua e là nel corso delle due ore di durata – si giova inoltre di un gruppo di attori in piena sintonia con i rispettivi personaggi.
A non convincere per niente è invece la parte finale del film, apparsa francamente frettolosa e priva di guizzi sia dal punto di vista registico che di scrittura. Un epilogo più incisivo avrebbe senz’altro aiutato Il primo giorno della mia vita a far giungere meglio il suo messaggio di fondo.

Voto: 2,5/5

Il primo giorno della mia vita, Italia, 2023. Regia: Paolo Genovese. Interpreti: Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Margherita Buy, Sara Serraiocco, Gabriele Cristini, Giorgio Tirabassi, Lino Guanciale, Antonio Gerardi, Lidia Vitale, Vittoria Puccini, Elena Lietti, Thomas Trabacchi. Durata: 2h e 1’.

 

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