


Paolo Sorrentino torna a Venezia, dove tutto è cominciato. A vent’anni esatti dalla presentazione al Lido dell’opera prima L’uomo in più, il suo nuovo film – intitolato È stata la mano di Dio – è stato selezionato in concorso alla 78esima Mostra del Cinema, entrando subito nella rosa dei titoli più attesi da pubblico e addetti ai lavori. Perché una pellicola così intima e personale, il regista de La grande bellezza non l’aveva mai firmata.
È stata la mano di Dio è la storia di un ragazzo, Fabietto, nella tumultuosa Napoli degli anni Ottanta. Una vicenda costellata di gioie inattese, come l’arrivo della leggenda del calcio Diego Armando Maradona, e una tragedia altrettanto inaspettata. “Da ragazzi, il futuro ci sembra buio. Barcollanti tra gioie e dolori, ci sentiamo inadeguati. E invece il futuro è là dietro. Bisogna aspettare e cercare. Poi arriva. E sa essere bellissimo. Di questo parla È stata la mano di Dio. Senza trucchi, questa è la mia storia e, probabilmente, anche la vostra”, ha raccontato su Instagram Sorrentino, che ha scritto la sceneggiatura del film in solitaria e ha affidato la parte del protagonista a Filippo Scotti (nella foto).
Completano il cast Toni Servillo e Teresa Saponangelo nei panni dei genitori di Fabietto, Marlon Joubert, Luisa Ranieri, Renato Carpentieri, Massimiliano Gallo, Betti Pedrazzi, Biagio Manna, Ciro Capano, Enzo Decaro, Lino Musella e Sofya Gershevich.
Il titolo del lungometraggio sembra un chiaro riferimento al famoso gol di mano segnato ai mondiali di calcio del 1986 da Maradona, personaggio legato a un drammatico episodio della giovinezza dell’autore. Sorrentino perse all’età di sedici anni entrambi i genitori, stroncati nel sonno da una stufa nella casa di montagna a Roccaraso. Paolo non era con loro, poiché aveva avuto il permesso di seguire per la prima volta il Napoli e il suo idolo calcistico in trasferta.
È stata la mano di Dio uscirà su Netflix e in alcuni cinema selezionati, con molta probabilità subito dopo l’estate.
Foto: Gianni Fiorito


