CRY MACHO – RITORNO A CASA. RECENSIONE

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Mike Milo, ex stella del rodeo e ora allevatore di cavalli in declino, viene ingaggiato dal suo vecchio datore di lavoro per riportare a casa dal Messico il giovane figlio, strappandolo dalle grinfie di una madre inaffidabile. L’improbabile coppia, diretta verso il Texas, si ritrova ad affrontare un viaggio pieno di insidie, durante il quale Mike riuscirà ad istaurare un inaspettato legame col turbolento ragazzo.

Per il rude, intramontabile “cavaliere pallido” Clint Eastwood (91 candeline spente lo scorso maggio) non è mai troppo tardi per risalire in sella. Tredici anni dopo il capolavoro Gran Torino, c’è ancora un adolescente problematico da proteggere e a cui dispensare preziosi consigli di vita. E c’è un’altra impresa on the road da portare a termine dalle parti della polverosa frontiera americana, proprio come accadeva nel recente, vibrante Il corriere – The Mule.
Guarda caso lo sceneggiatore di Cry Macho è Nick Schenk, lo stesso dei due succitati film, che si è occupato di adattare l’omonimo romanzo di N. Richard Nash partendo da un copione firmato alcuni decenni prima proprio dallo scrittore statunitense. Stavolta, però, lo script ultimato da Schenk non si trasforma in oro tra le mani del re Mida Eastwood, anzi, finisce per rivelarsi un’autentica spada di Damocle. Già nella prima metà della pellicola, i limiti di scrittura appaiono piuttosto evidenti: gli imprevisti sul percorso della coppia protagonista risultano spesso telefonati, i dialoghi graffiano di rado e i personaggi di contorno si rivelano sfocati, per non tacere di qualche snodo narrativo a dir poco improbabile.
Clint regista lavora di fioretto sulle atmosfere, conferendo al racconto un aura crepuscolare, ma – visto il materiale di partenza – fa fatica ad amalgamare le diverse anime del film (storia di formazione, road movie, western introspettivo). A tenere coraggiosamente le redini di questo lungometraggio traballante è in fin dei conti Clint attore che, grazie a un’interpretazione generosa e sincera, restituisce perlomeno un senso a Cry Macho, pur non potendone colmare difetti e lacune.
A lasciare il segno sono soprattutto la scintilla che arde nei suoi occhi di ghiaccio e l’(auto)ironia con cui demitizza la figura del cowboy (“Dammi retta, questa storia del macho è sopravvalutata”), nonché l’atteggiamento serafico rivolto all’esistenza nella sua interezza. “Un tempo ero un sacco di cose, ma ora non più”, sottolinea pacato nelle battute conclusive attraverso il suo alter ego Milo. Accettando – e insegnandoci ad accettare – che il passato è passato e non resta che abbracciare tutto ciò che il presente può ancora riservare di buono.

Voto: 2,5/5

Cry Macho – Ritorno a casa (Cry Macho), USA, 2021. Regia: Clint Eastwood. Interpreti: Clint Eastwood, Eduardo Minett, Natalia Traven, Dwight Yoakam. Durata: 1h e 44’.

Foto: Warner Bros.

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