


Il cinema italiano perde una delle ultime dive della sua epoca d’oro ancora in vita. Gina Lollobrigida, semplicemente la “Lollo” per i suoi (tanti) ammiratori, si è spenta all’età di 95 anni. A darne l’annuncio sono stati il figlio Milko e il nipote Dimitri con un breve comunicato.
Nata a Subiaco il 4 luglio del 1927, Lollobrigida aveva debuttato al cinema nel 1946 raggiungendo presto il successo. Tra il 1953 e il 1954 vestì per Luigi Comencini i panni della “Bersagliera” in Pane, amore e fantasia e il sequel Pane, amore e gelosia, un mix di bellezza, simpatia e sfrontatezza che le valse la vittoria di un Nastro d’argento e, soprattutto, la fece entrare definitivamente nell’immaginario collettivo.
Un personaggio-simbolo dell’Italia del dopoguerra quello della “Bersagliera”, certamente il più iconico insieme alla Fata Turchina interpretata nell’indimenticabile serie televisiva del 1972 Le avventure di Pinocchio (sempre per la regia di Comencini), frutto di una prova attoriale talmente riuscita da far sfigurare chiunque abbia indossato in seguito i colorati abiti della dolce creatura nata dalla fantasia di Carlo Collodi.
La fama della Lollobrigida travalicò anche i confini nazionali fin dagli anni Cinquanta, come dimostrano le molte pellicole girate a Hollywood, da Il tesoro dell’Africa di John Huston a Trapezio (1956) di Carol Reed, da Sacro e profano (1959) di John Sturges a Salomone e la regina di Saba (1959) di King Vidor, fino a Torna a settembre (1961) di Robert Mulligan, per cui vinse il prestigioso Golden Globe.
E a proposito di premi e riconoscimenti, impossibile non menzionare i sette David di Donatello conquistati nell’arco di sessant’anni: il primo se lo aggiudicò nel 1956, come miglior attrice protagonista ne La donna più bella del mondo di Robert Z. Leonard, biopic nel quale diede vita al soprano Lina Cavalieri; l’ultimo nel 2016, quando fu insignita del Premio alla carriera.
Da non dimenticare, poi, la sua attività da fotoreporter – che la portò negli anni Settanta a intervistare nientemeno che Fidel Castro – e quella da scultrice, segno tangibile di una vita vissuta all’insegna dell’arte e di un’insaziabile curiosità.


