C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA: IL CAPOLAVORO NEL CAPOLAVORO DI ENNIO MORRICONE

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Avrete fatto caso, qualche volta, che basta gettare lo sguardo su un frame o uno scatto fotografico di C’era una volta in America, per sentire all’istante nella mente le note di Ennio Morricone, anche se la musica non sta suonando affatto. O magari fissare per qualche attimo la locandina con i cinque piccoli gangster nei pressi del Manhattan Bridge, per avvertire l’inconfondibile pan flute di Cockeye. La maestosità della colonna sonora dell’ultimo film di Sergio Leone è tale da aver radicato ognuno dei suoi temi nella nostra memoria.
Le musiche composte da Morricone sono i battiti del cuore di C’era una volta in America, e lo stesso Leone – che i film li girava dapprima nella sua testa – ne era consapevole fin da quando la pellicola dei suoi sogni era soltanto un sogno. Seguendo una prassi consolidata nel tempo, il regista romano commissionò a Ennio la composizione dei brani ben prima che le riprese prendessero il via. Poi portò le musiche sul set (seppur nella versione non orchestrata) facendole ascoltare costantemente alla troupe e al cast, nella convinzione di poter creare una certa atmosfera e, soprattutto, di poter ispirare Robert De Niro e gli altri protagonisti. “Senza la musica”, spiegò Sergio, “senza quelle piccole miniature dei personaggi che faccio scrivere a Ennio Morricone prima di cominciare il film, brani eloquenti come veri e propri ritratti, la tensione potrebbe cadere…”.
Così nacque il capolavoro nel capolavoro, una soundtrack-firmamento popolata di tante luminose stelle, da Once upon a time in America alla struggente Poverty, da Childhood memories fino al romantico Deborah’s theme, cui è peraltro legato un curioso retroscena.
Il suggestivo brano era stato composto da Morricone anni addietro per il film Amore senza fine (1981) di Franco Zeffirelli, prima che la collaborazione tra i due saltasse per un capriccio del regista, che voleva imporre nella colonna sonora una canzone di Lionel Richie. Il maestro mise quindi il pezzo in naftalina, per poi farlo ascoltare a Leone quando C’era una volta in America era ancora in fase embrionale. Il resto, come sapete, è storia. Quella musica era evidentemente destinata a Deborah e Noodles fin dal principio, per somma gioia delle nostre orecchie e dei nostri cuori.

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