CASABLANCA TORNA AL CINEMA: 5 MOTIVI PER RIVEDERE UN CLASSICO INTRAMONTABILE

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Casablanca di Michael Curtiz torna al cinema per celebrare il centenario della Warner Bros. e gli ottanta anni dall’uscita del film. Sarà nelle sale italiane dal 26 al 28 giugno.
Un’occasionissima da non perdere per tutti gli appassionati della settima arte, specialmente i più giovani: ecco i 5 motivi principali per cui vedere o rivedere una delle opere-simbolo della Golden Age hollywoodiana.

1. Un intreccio appassionante
Buona dose del fascino di Casablanca è dovuto alla sua capacità di intrecciare alla perfezione due linee narrative solide e appassionanti. Da un lato il susseguirsi delle vicende umane di esuli della Seconda Guerra Mondiale e fuggitivi braccati dai nazisti, dall’altro il dramma sentimentale dell’espatriato statunitense Rick Blaine, un duro dal cuore infranto che si ritrova di fronte alla sua vecchia fiamma Ilsa Lund, moglie del leader della resistenza cecoslovacca Victor Laszlo. Girato nel pieno del conflitto bellico, Casablanca è un riuscitissimo (oltre che sentito) film militante e antinazista e, al tempo stesso, un’intensa love story dai risvolti sorprendenti.

2. Bogart, la Bergman e gli altri
Al cinema si sono viste poche altre coppie così iconiche come quella composta da Humphrey Bogart e Ingrid Bergman. Lui, con l’inseparabile sigaretta e quello sguardo in grado di bucare lo schermo, è perfetto nel ruolo dell’eroe enigmatico e disilluso che nasconde sotto la scorza cinica un animo sensibile e altruista. Lei è talmente affascinante da farti comprendere perché l’impenetrabile maschera di Rick crolli letteralmente alla sua vista. La chimica tra Bogart e Bergman illumina il film, senza tuttavia oscurare la ricca galleria di personaggi di contorno, tutti ben delineati e altrettanto ben interpretati. Tra loro, impossibile non citare l’ambiguo Capitano collaborazionista Renault di Claude Reins, il sinistro e febbrile Ugarte di Peter Lorre e il già citato Victor Laszlo di Paul Henreid.

3. Il fascino dell’ambientazione
Il fascino dell’ambientazione e delle location (su tutte il mitico Rick’s Café Américain gestito da Blaine/Bogart), unita alla cura delle atmosfere, fa sì che lo spettatore si senta “dentro la storia”, che si immerga nel clima che attraversa l’esotica Casablanca. Eppure non una sola scena fu girata nella metropoli marocchina: quasi tutta la pellicola venne filmata nei Warner Bros. Studios di Burbank. Quando si dice “la magia del cinema”.

4. Quante battute memorabili!
Rivedere Casablanca vuol dire riascoltare un gran numero di battute entrate nell’immaginario cinefilo. Pensate che ben sei di esse sono entrate nella classifica delle cento migliori citazioni cinematografiche stilata dall’American Film Institute: nessun altra pellicola può vantarne così tante. Tra queste – ovviamente – la celebre “Suonala, Sam. Suona Mentre il tempo passa”, pronunciata da una nostalgica Ingrid Bergman, e la struggente “Avremo sempre Parigi”, romantica battuta di addio di Humphrey Bogart.

5. Un finale passato alla storia
Il mito di Casablanca è alimentato senz’altro dal palpitante finale che, anche dopo l’ennesima visione, non solo continua ad emozionare ma ci fa chiedere sempre come ci saremmo comportati al posto di Rick ed Ilsa. E pensare che, a una sola settimana dalla fine delle riprese, gli sceneggiatori non avevano ancora trovato un epilogo soddisfacente. Nell’opera teatrale da cui fu tratto lo script (Everybody Comes to Rick’s di Murray Burnett e Joan Alison) Rick si consegnava ai nazisti. I fratelli Julius e Philip Epstein – che firmarono il copione insieme a Howard Koch – pensarono a diverse altre soluzioni prima di avere l’illuminazione e di mettere nelle mani di Michael Curtiz il gran finale che tutti conosciamo.

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