


Benedetta l’officina meccanica nel centro di Roma dove Carlo Verdone e Angelo Bernabucci si incontrarono, casualmente, la prima volta. Perché senza quell’incontro nessuno avrebbe mai intuito che in quel romano verace dalla voce cavernosa, c’era un attore naturale che aspettava solo di essere scoperto.
Dopo un periodo di frequentazione tra i due, Verdone gli propose una parte nel suo film Compagni di scuola (1988). E così Bernabucci si ritrovò a quarantaquattro anni suonati ad esordire nel cinema.
Il suo Walter Finocchiaro oggi è un’istituzione della commedia italiana, le sue battute sono vangelo per i cinefili. È lui che apre uno dei più bei film di Verdone e, poi, domina la scena continuamente, nonostante la presenza di tanti grandi e navigati attori. Finocchiaro è rozzo e simpatico, esuberante e furbo. Soprattutto, è talmente feroce e spietato con il povero Fabris, che sembra uscito dal gruppetto degli Amici miei monicelliani.
Poco importa se negli anni successivi, pur facendo una carriera attoriale onorevole, non ha più avuto la possibilità di esprimersi a quei livelli. La magia del grande schermo è anche questa: basta una sola, incredibile interpretazione per entrare nella storia del cinema.


