


Il 4 aprile 1960, esattamente cinquantacinque anni fa, Ben-Hur di William Wyler trionfava alla 32a edizione degli Academy Awards, vincendo 11 Oscar e instaurando un record che sarebbe rimasto ineguagliato fino al 1998, quando Titanic di James Cameron si aggiudicò lo stesso numero di statuette.
Ma al di là dei numeri e delle statistiche, quello che più conta è che questa storia di vendetta e redenzione mantiene il suo fascino immutato nel tempo. A parte qualche eccesso di enfasi nei dialoghi, Ben-Hur resta un film solido sia a livello spettacolare che di sceneggiatura. Le scene della battaglia navale e della corsa delle quadrighe (e non delle bighe, come spesso erroneamente viene detto) sono delle perle che ancora oggi fanno impallidire una qualsiasi sequenza “miracolata” dalla computer grafica. Come pure le vicende della vita di Giuda Ben-Hur (interpretato da un Charlton Heston al culmine della sua forma fisica e attoriale) smuovono sempre le corde dell’emozione, soprattutto nei momenti in cui il suo cammino incrocia quello di Cristo.
Purtroppo qualche fenomeno di produttore a Hollywood ha deciso di farne un remake, che proprio in queste settimane si sta girando in Italia, tra Matera e Roma. Lo vedremo nelle sale il prossimo anno, con la consapevolezza che dal confronto con un film tanto amato ne uscirà probabilmente con le ossa rotte.


