


Nell’agosto del 1975 usciva nelle sale Amici miei di Mario Monicelli, un’opera destinata a segnare non solo il corso della commedia all’italiana, ma anche la storia del nostro cinema. In occasione del quarantennale del film, l’unico superstite del mitico gruppetto degli “zingari”, Gastone Moschin, ha rivelato un particolare riguardante quella che è forse la scena più celebre del film, la sequenza degli schiaffi alla stazione.
Nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere del Veneto, l’attore che impersonava l’architetto Melandri ha raccontato che: “Il gruppo delle comparse non sapeva minimamente cosa l’aspettasse. Dovevano fare i passeggeri e Monicelli disse loro di sporgersi dai finestrini del treno, fine. Quando iniziammo a schiaffeggiarli, ed erano schiaffi veri, reagivano come avrebbero reagito nella vita reale. Finì che, portata a casa la scena, quando scesero dal treno volevano menare tutta la produzione, regista compreso”.
Insomma una “zingarata” (vera) nella “zingarata” (recitata) ma, soprattutto, l’ennesima testimonianza del genio registico dell’indimenticato Monicelli.
Fonte: corrieredelveneto.corriere.it


