AMERICAN SNIPER. RECENSIONE

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Chris Kyle si arruola nei SEALS e, in breve tempo, diventa un cecchino straordinario. Quando l’esercito USA lo manda in Iraq per proteggere i suoi commilitoni, grazie alla sua precisione millimetrica finisce per essere soprannominato “La Leggenda”. Molto presto, però, diventerà anche il ricercato n. 1 dei nemici.
Clint Eastwood porta sullo schermo la storia realmente accaduta del più celebre cecchino a stelle e strisce, avvalendosi del contributo di una fonte importante come l’autobiografia di Kyle. Più che un film sulla guerra in Iraq, American Sniper è il viaggio nel dramma di un uomo. L’infanzia segnata dall’educazione alla violenza da parte del rigido padre (inculcata per il “nobile fine” di proteggere i propri cari), è l’emblema di quel clic che scatta nella testa del giovane texano quando trova il senso della sua vita arruolandosi nell’esercito.
Eastwood, attraverso la solita regia senza orpelli e il punto di vista privo di retorica, ci conduce sin dentro la mente di Kyle, che a un certo punto diventa talmente drogata di guerra e dipendente dall’ossessione della devozione alla patria, da restare insensibile persino all’amore per i figli.
Bradley Cooper, con il corpo appesantito e lo sguardo carico di caparbietà, conferma che il suo percorso di crescita attoriale procede spedito dopo la svolta di Limitless (2011).
Pregevoli alcune scene d’azione, in particolare l’adrenalinica sequenza nella tempesta di sabbia, capace di mandare gli occhi dello spettatore letteralmente in tilt.

Voto: 3,5/5

American Sniper, USA, 2014. Regia: Clint Eastwood. Interpreti: Bradley Cooper, Sienna Miller, Luke Grimes, Jake McDorman. Durata: 2h e 12’.

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