


Non c’è dubbio, quella di Ben Affleck è una carriera che corre sulla montagne russe. Ha solo venticinque anni quando, nel 1998, vince con Matt Damon l’Oscar come sceneggiatore di Will Hunting – Genio ribelle. Sembra destinato a una carriera luminosa, invece nel suo percorso attoriale inizia a inanellare una serie di flop clamorosi. A far rumore nella sua vita sono solo i fidanzamenti con le star (Gwyneth Paltrow prima, Jennifer Lopez poi), ma per i cinefili e la critica è poco più che un inespressivo mascellone.
Il ragazzone di Berkeley, però, ha il colpo in canna e sorprende tutti (me compreso): passa dietro la macchina da presa e risorge dalle sue ceneri. Inizia con l’interessante Gone Baby Gone (2007), poi l’ottimo The Town (2010) e, infine, il trionfo con Argo (2012), 3 Oscar tra cui quello per il miglior film.
Ora il redivivo Ben ha una grande chance da attore: è il protagonista del nuovo film dell’autore di Seven e Fight Club, David Fincher. In Gone Girl – L’amore bugiardo (dal 2 ottobre in Italia) interpreta un marito alla ricerca della moglie scomparsa, che presto sarà sospettato di esserne l’assassino. Un ruolo molto sentito da Affleck, che per anni ha visto la sua vita privata sotto i riflettori del circo mediatico.
Ma le sfide per lui non finiscono qui. Prossimamente avrà l’ingrato compito di sostituire Christian Bale nei panni di Batman; tra qualche mese, poi, la prova del nove da regista: dirigerà Leonardo DiCaprio in Live by Night, tratto dal libro di Dennis Lehane, già autore di Mystic River e Shutter Island.


