


L’imprevedibilità è un fattore cardine dell’esistenza umana e, tante volte, sa essere davvero sconvolgente. Così succede che in una giornata di fine maggio il più giovane tra gli indimenticabili “bravi ragazzi” scorsesiani ci lasci all’età di 67 anni, morendo nel sonno nella Repubblica Dominicana dove stava girando il film Dangerous Waters. Proprio mentre la sua carriera cinematografica stava vivendo una nuova fase positiva. Proprio ora, che si accingeva a portare all’altare la compagna Jacy Nittolo.
La sua vita, del resto, era cominciata con un altro sonoro colpo di scena. Rimasto orfano piccolissimo, venne adottato dai coniugi Mary e Alfred Liotta che, dopo averlo visto in orfanotrofio quando aveva solo sei mesi, se lo portarono nella loro casa a Union, nel New Jersey.
Scoperta la propensione per la recitazione fin dai tempi della scuola, frequentò la University of Miami pagandosi i corsi grazie a un lavoro al cimitero. Il primo ruolo importante per il grande schermo riuscì ad accaparrarselo in Qualcosa di travolgente (1986) di Jonathan Demme e Ray seppe fare subito il botto, conquistando una nomination al Golden Globe come miglior attore non protagonista.
Qualche anno dopo, ecco arrivare la chiamata di Martin Scorsese per l’epocale Quei bravi ragazzi (1990), che lo consegnò alla storia del cinema. Se Bob De Niro e Joe Pesci erano i diavoli scatenati della combriccola dei “Goodfellas”, Liotta – con la sua faccia ruvida, gli occhi di ghiaccio e gli sguardi beffardi verso la quarta parete – era una sorta di Caronte che afferrava gli spettatori da un braccio per trascinarli in un viaggio forsennato nel microcosmo criminale italoamericano.
Un ruolo perfetto interpretato alla perfezione, dal quale tuttavia fu in grado di affrancarsi con intelligenza, dando forma – nel tempo – a un percorso attoriale variegato che lo portò a recitare in film come Una moglie per papà (1994), Cop Land (1997), Hannibal (2001), Heartbreakers – Vizio di famiglia (2001), Come un tuono (2012), Storia di un matrimonio (2019).
Tra i molti altri personaggi da lui interpretati, però, ce n’è uno a cui in questo momento ripenso con particolare affetto, quello del papà di Johnny Depp in Blow (2001) di Ted Demme. Un padre comprensivo e un uomo profondo nella sua semplicità, un altro volto ugualmente memorabile dell’eterno “bravo ragazzo” venuto dal New Jersey.


