


“È la storia della mia vita: se c’è una ciliegia col verme, tocca sempre a me”. Una delle tante battute memorabili del capolavoro di Billy Wilder A qualcuno piace caldo (1959), la pronuncia la protagonista Zucchero Kandinsky interpretata da Marilyn Monroe. Ma è una frase che ha un sapore diverso da tutte le altre, perché in quell’istante la splendida e fragilissima diva sembra parlare di sé.
Marilyn è entrata nel momento più difficile della sua breve ed intensa esistenza, quando Wilder la chiama per recitare in un film destinato a fare la storia. La dipendenza dall’alcool da tenere a bada, gli psicofarmaci, un equilibrio sempre più precario trasformano la vita sul set in un incubo. Le battute, anche se brevi e semplici, non riesce proprio a memorizzarle. Wilder è costretto a ripetere alcune scene fino allo sfinimento. Ma il regista di Viale del tramonto dimostra ancora una volta la sua grandezza, mantenendo il controllo della situazione e riuscendo nell’impresa di tirare fuori il meglio dalla Monroe.
A qualcuno piace caldo ottiene un enorme successo di pubblico e Marilyn vive un nuovo momento di gloria. La sua Zucchero è un mix miracoloso di sensualità, malizia, ingenuità, dolcezza, che si sposa alla perfezione con l’irresistibile comicità di Jack Lemmon e Tony Curtis in versione en travesti. Insieme formano un trio meraviglioso, di quelli che un cinefilo non può fare a meno di amare.
Ogni volta che ripenso a quella problematica ragazza nata Norma Jeane Mortenson, mi piace ricordarla così, in bianco e nero, affiancata da quei due mattatori, mentre canta con voce suadente e mielosa I Wanna Be Loved By You.


