70 ANNI FA NASCEVA MASSIMO TROISI: LA SUA FILOSOFIA IN 10 BATTUTE

Facebooktwittermail

Il 19 febbraio di settant’anni fa nasceva a San Giorgio a Cremano l’indimenticabile Massimo Troisi. Una ricorrenza che ci riempie inevitabilmente di nostalgia, ma che lui avrebbe affrontato con ben altro spirito, magari liquidandola con una delle sue battute fulminanti.
Chissà cosa avrebbe detto in questa giornata particolare… Per provare ad immaginarlo, rispolveriamo dieci battute tratte dai suoi film, che in qualche modo racchiudono tutta la sottile, inconfondibile filosofia del “Pulcinella senza maschera”.

Sull’amore (parte 1)
Marta: “Quando c’è l’amore c’è tutto”.
Gaetano: “No, chell’ è ’a salute!” (da Ricomincio da tre, 1981).

Sulla solitudine
Vincenzo: “È ’o massimo da solitudine uno che tiene ’a macchinetta do caffè pe’ una persona” (da Scusate il ritardo, 1982).

Sui complessi
Robertino: “Ma mammina dice che io ho i complessi nella testa”.
Gaetano: “E foss’ ’o Ddio! Quali complessi! Tu tieni l’orchestra intera ’ncapa, Robbe’” (da Ricomincio da tre, 1981).

Contro i pregiudizi sul napoletano
Contadina: “Voi siete napoletano, eh?”.
Gaetano: “Sì, ma non emigrante, eh! No, no, pecché ’ccà pare ca ’o napulitano nun pò viaggia’, pò sulamente emigra’. Cioè uno esce, nun pò fa’ ’nu viaggio” (da Ricomincio da tre, 1981).

Sull’amore (parte 2)
Mario: “Devo parlare con voi, Don Pablo”.
Pablo Neruda: “Dev’essere molto importante, porque ansimi come un cavallo”.
Mario: “È importantissimo, Don Pablo… Mi sono innamorato!”
Pablo Neruda: “Bueno, non è molto grave, c’è rimedio”.
Mario: “No, no! Che rimedio, Don Pablo, ma… Non voglio rimedio, io voglio stare malato!” (da Il postino, 1994).

Sul matrimonio
Tommaso: “Io non è che so’ contrario al matrimonio eh, che non so’ venuto… Solo, non lo so, io credo che in particolare un uomo e una donna siano le persone meno adatte a sposarsi tra di loro… troppo diversi” (da Pensavo fosse amore… invece era un calesse, 1991).

A proposito di chi governa
Anita: “Da quando c’è lui [Mussolini] treni in orario, tutto in ordine”.
Camillo: “Cioè, per far arrivare i treni in orario, se vogliamo, mica c’era bisogno di farlo capo del governo, bastava farlo capostazione” (da Le vie del Signore sono finite, 1987).

Sui libri…
Camillo: “Io non leggo mai. Non leggo libri, cose… Pecché… Che comincio a leggere mo che so’ grande, che i libri sono milioni e milioni? Non li raggiungo mai, hai capito? Pecché io sono uno a leggere, loro sono milioni a scrivere” (da Le vie del Signore sono finite, 1987).

…e sulla poesia
“La poesia non è di chi la scrive, è di chi gli serve” (da Il postino, 1994).

Esorcizzando la morte
Predicatore: “Ricordati che devi morire!”.
Mario: “Come?”.
Predicatore: “Ricordati che devi morire!.
Mario: “Va bene…”.
Predicatore: “Ricordati che devi morire!”.
Mario: “Sì, sì… no… mo me lo segno proprio” (da Non ci resta che piangere, 1984).

Facebooktwittermail

Categorie Post:
Contenuti Speciali

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *