50 ANNI DI GOLDFINGER: I 5 SEGRETI DI UN MITO

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Missione Goldfinger spegne la cinquantesima candelina, ma nonostante l’età avanzata resta ancora il film più pimpante della saga di James Bond. Nemmeno gli ultimi ottimi episodi con il rude Daniel Craig nei panni di 007, arricchiti di introspezione piscologica ed effetti speciali mirabolanti, sono riusciti ad offuscarne il ricordo nel cuore dei fan.
Persino il grande Federico Fellini non restò insensibile al fascino di questo film in cui azione e ironia, erotismo e trovate ingegnose sono mescolati dal regista Guy Hamilton in modo geniale. Uno Sean Connery in forma scintillante, munito del solito charme e di battute folgoranti, è soltanto la punta di diamante di un film che abbonda di carte vincenti, grazie alle quali quest’opera si è trasformata in mito.

1. Shirley Bassey. Quando c’è la canzone giusta sui titoli di testa, certi film sembrano partire già con una marcia in più. La voce calda e potente di Shirley Bassey, accompagnata dalle note di John Barry, dà il via a Goldfinger in modo elettrizzante.

2. Soffocazione da vernice d’oro. La grande icona del film è Jill Masterson (interpretata da Shirley Eaton) morta per “soffocazione epidermica da vernice d’oro”, come dice lo stesso Bond. Il celebre assassinio fu messo in scena dipingendo davvero il corpo della Eaton con della vernice, lasciando però scoperto il ventre per non correre rischi. Ci vollero diverse saune per liberare completamente il corpo dell’attrice dall’oro. Ma con il senno di poi ne valse la pena, perché quella scena fa parte della storia del cinema.

3. Aston Martin DB5 modificata. Senza dubbio l’invenzione più geniale di Q. Con le sue targhe girabili, le trappole per i nemici e, soprattutto, quel pulsante nascosto nel cambio, ogni volta che la rivediamo ci fa sentire come bambini euforici!

4. Il cappello di Oddjob. Lo scagnozzo di Goldfinger, muto ma con una forza sovrumana, ha uno sguardo che inquieta. Ma a far paura ancor di più è il suo cappello con cui, grazie a una lama nascosta nella tesa, si diletta a tagliare teste. Pochi oggetti sono rimasti nell’immaginario collettivo dei cinefili come il cappello di Oddjob (Harold Sakata).

5. Pussy Galore. Sexy, maliziosa, tosta, emancipata, Honor Blackman è con Ursula Andress di Licenza di Uccidere la Bond Girl più amata di tutti i tempi, l’unica che non sviene ai piedi di 007: “Rinfoderi il suo fascino Bond, sono immune!”.

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