1917. RECENSIONE

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Nord della Francia, 6 aprile 1917. Al culmine della Prima guerra mondiale, i giovani caporali britannici Schofield (George MacKay) e Blake (Dean-Charles Chapman) vengono incaricati dal generale Erinmore (Colin Firth) di compiere una missione apparentemente suicida: nel minor tempo possibile, devono attraversare il territorio nemico e consegnare un messaggio che salverà la vita a un battaglione di 1600 soldati, tra i quali c’è anche il fratello di Blake (Richard Madden).

Un unico piano sequenza – o meglio, una serie di piani sequenza poi “cuciti” in modo da sembrare uno solo – per raccontare l’orrore della guerra e tutta la tragicità di un’autentica mission impossible. È l’idea cardine dell’ottavo lungometraggio del cinquantaquattrenne Sam Mendes che, ispirato dai ricordi del nonno paterno, firma per la prima volta nella sua carriera anche lo script, coadiuvato dalla scozzese Krysty Wilson-Cairns.
Grazie al contributo imprescindibile del maestro della fotografia Roger Deakins, il regista di American Beauty dà corpo a un flusso di immagini che permette allo spettatore di abbracciare le vite di Schofield e Blake, per ascoltarne – passo dopo passo – sensazioni e umori, sentimenti ed angosce. Un espediente tecnico-narrativo che potrebbe essere letto, contestualmente, anche sotto un’altra luce: il fiato della Morte sul collo dei due commilitoni, braccati dalla “signora con la falce” in un’odissea tra lande ostili e disperate, tristi non-luoghi specchio delle miserie umane.
1917 è una storia d’amicizia e di solitudine in un mondo inumano, incapace di accogliere gesti d’altruismo o di compassione, e dove non si scorgono né vincitori né vinti ma soltanto sopravvissuti alle atrocità delle carneficine. Una storia da sentire sulla propria pelle più che da meditare, una traversata a perdifiato nell’insensatezza della guerra che si nutre della forza della messa in scena e delle note mai banali di Thomas Newman, pur pagando in alcuni tratti una sceneggiatura ridotta praticamente all’osso.
L’ultima fatica del versatile Mendes non aggiungerà forse nulla di fondamentale ad un genere, quello del war movie, già ricchissimo di capolavori (a cui 1917 certamente guarda), ma sa offrire due ore di notevole impatto visivo e tensione costante, sempre attraversate da un messaggio antibellico che, tra una trincea e l’altra, finisce per insinuarsi dentro.

Voto: 3,5/5

1917, USA-Regno Unito, 2019. Regia: Sam Mendes. Interpreti: George Mackay, Dean-charles Chapman, Mark Strong, Andrew Scott, Richard Madden, Claire Duburcq, Colin Firth, Benedict Cumberbatch. Durata: 1h e 59’.

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